Oggi
è martedì grasso!
Ultimo
giorno ufficiale per il Carnevale. Tranne che per il nostro paesino e tutti quei
comuni che appartengono al rito “Ambrosiano”. Già, perché per noi il Carnevale
si concluderà ufficialmente sabato. Quattro giorni in più per mangiare
chiacchiere e frittelle!
La tradizione vuole che il
vescovo Sant'Ambrogio fosse impegnato in un pellegrinaggio e
avesse annunciato il proprio ritorno per carnevale, per celebrare i primi riti
della Quaresima in città. La popolazione di Milano lo aspettò prolungando il
carnevale sino al suo arrivo, posticipando il rito delle Ceneri.
Così, per tutti coloro che
sono ancora in pieno mood carnevalesco pubblico il costume scelto quest’anno da
Toti, come avevo già anticipato quando ho pubblicato il post sul cappellino da alieno per il piccolo Pepe.
Per il nostro astronauta ho
preso una giubba da lavoro bianca (tipo quelle da imbianchino, per intenderci) fatta
in quello strano tessuto che sembra quasi carta, saltata fuori dagli armadi senza
fondo della NonnaTella.
Siccome era davvero
gigantesca abbiamo tagliato le maniche e una striscia sul fondo per
accorciarla.
Poi, per renderla
utilizzabile ho misurato circa 15 cm dal polso (dove c’era l’elastico) e, dopo
averlo tagliato, l’ho riattaccato alla parte superiore della manica. Ho dovuto
fare delle pinces sulla parte superiore delle maniche poterla far coincidere
con la larghezza della parte inferiore (che aveva una circonferenza minore).
Ho fatto la stessa cosa con
la giubba, riattaccando una striscia di tessuto di circa 7 cm, a partire dall’elastico.
Devo dire che in questo
modo ho bloccato la zip che non si poteva più aprire fino in fondo, ma in
realtà il giubbino si infila agevolmente dai piedi!
A questo punto abbiamo
dipinto la bandiera italiana (delimitando i rettangoli con lo scotch di carta
ha fatto tutto Toti da solo) e aggiunto qualche dettaglio: dei tappi di
bottiglia colorati per gli attacchi dei tubi della respirazione...
Il simbolo
della NASA e un’etichetta con nome (fatta con un fantastico nastro adesivo di
alluminio che pare proprio metallo).
Poi abbiamo fatto una
cintura con un pezzo di elastico bianco a cui abbiamo attaccato due taschine
(che non si sa mai cosa potrebbe servire nello spazio intergalattico...!)
Per il casco abbiamo gonfiato un palloncino e
poi lo abbiamo ricoperto tutto con striscioline di fogli di giornale e colla
vinilica mischiata ad acqua. Dopo tre strati abbiamo bucato il palloncino e lo
abbiamo staccato. Non ho immagini di questa parte del lavoro, ma credo che sia
un procedimento che tutti conoscono (se invece non fosse così chiedete pure
chiarimenti!)
Abbiamo dipinto il casco di bianco e poi
aggiunto anche in questo caso un po’ di dettagli, la visiera e alcune strisce
metallizzate. Siccome il casco era grande e dava fastidio a Toti che non
riusciva a muoversi gli abbiamo attaccato all’interno il caschetto della
bicicletta! Idea geniale che lo ha trasformato in un agilissimo astronauta.
Per il Jet Pack (ovvero, per i profani come
me…, quello zainetto che gli astronauti usano per spostarsi nello spazio) abbiamo
usato del cartone! Una bella scatola della misura giusta dipinta di bianco e
con un po’ di dettagli spaziali…gli indicatori di ossigeno e carburante,
fiamme
che escono dai razzi laterali (fatti con bottiglie di plastica ricoperte di carta stagnola) tubi vari e strisce argentate.
Ho cucito due strisce di stoffa per fare gli spallacci, infilati in due fessure sul retro del Jet Pack.
Il risultato è stato davvero fantastico - almeno secondo noi!
Ma sapete cos’è la cosa migliore?
Vedere tuo figlio entusiasta per un
Jet Pack di cartone fatto con le sue mani insieme a quelle di papà e guardarlo
sfrecciare a tutta birra per il salotto
perché: “Io volo, vero mamma?!”
Che bello! E anche riciclosissimo! =)
RispondiEliminaDaniela
Bellissimo!
RispondiEliminaNon sono esperta in queste cose, come si fa il casco? Devo mettere la colla sul palloncino e poi il primo foglio di giornale ecc?